mercoledì 12 dicembre 2012

Il transgender non è più un "disturbato mentale"

Notizia positiva e rincuorante per il mondo transgender.

L'American Psychiatric Association ha stabilito che una persona transgender non potrà più essere classificata  come un individuo che soffre di disordini psicologici.

La decisione sarà resa nota nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), manuale conosciuto a livello internazionale, strumento per uniformare in uno standard comune tutti i disturbi mentali, il più utilizzato da medici, psicologi, psichiatri e ricercatori di tutto il mondo.
La nuova edizione del DSM, a sostituzione della precedente (1980), non classificherà più come disturbo dell'identità la percezione del proprio genere sessuale non coincidente  con il  sesso biologico.
Da quanto riportato dall’Associated Press, in riferimento a fonti interne all’APA, da maggio 2013, hanno lavorato alla realizzazione  del quinto manuale DSM 1500 esperti. Il termine "disturbo" sarà sostituito con quello più neutro e corretto di "disforia di genere", allontanando i soggetti da una diagnosi psicopatologica.
Tuttavia i transgender resteranno nel manuale ma in maniera più morbida, presi in considerazione come soggetti particolarmente sensibili che potrebbero vivere la loro realtà come un problema e quindi avere bisogno di una consulenza psichiatrica.

Importante ricordare che tale decisione si accosta a quella presa nel 1973, anno in cui venne cancellata dal DSM l'omosessualità, considerata come patologia. Un passo molto importante che contribuì all'abbattimento di una giustificazione scientifica per la discriminazione riguardo alle scelte emotive e sessuali degli esseri umani.
In Italia, sono trentamila le persone che hanno già cambiato, hanno intenzione di cambiare o rivendicano il diritto di non essere costretti a dichiarare la propria identità sessuale.

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