Cassazione: Sentenza storica su famiglie gay
Sentenza storica della Corte di Cassazione sulle famiglie omosessuali.
L'uomo inoltre, ha chiesto di prendere in considerazione la sua religione (musulmana ndr), la quale non prevede una famiglia composta da due genitori del medesimo sesso. La Corte, tuttavia, in riferimento alla considerazione del padre, ha specificato che non è stata fornita
La decisione è stata effettuata prendendo in esame la causa di un affidamento tra un padre di religione islamica, avente un figlio con una donna italiana, ex tossicodipendente residente a Brescia, la quale, in seguito alla separazione dall'uomo, è andata a vivere con la propria compagna conosciuta in una comunità di recupero.
La Corte di Cassazione di Brescia aveva già disposto l'affidamento del figlio alla donna, a seguito di un episodio di violenza del padre nei confronti della convivente della mamma, avvenuto in presenza del bambino.
L'uomo ha così ha presentato ricorso alla Cassazione, ritenendo inqualificabile e immorale la presenza di un minore all'interno di una coppia gay.
La difesa del ricorrente, dal canto suo, ha fatto riferimento all'art 129 della Costituzione, concernente i "diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
La difesa del ricorrente, dal canto suo, ha fatto riferimento all'art 129 della Costituzione, concernente i "diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".
La Cassazione ha bocciato il ricorso, affermando che
"non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale".
L'uomo inoltre, ha chiesto di prendere in considerazione la sua religione (musulmana ndr), la quale non prevede una famiglia composta da due genitori del medesimo sesso. La Corte, tuttavia, in riferimento alla considerazione del padre, ha specificato che non è stata fornita
"alcuna specificazione delle ripercussioni negative, sul piano educativo e della crescita del bambino, dell'ambiente familiare in cui il minore vive presso la madre".Con tale decisione il ricorso è stato, quindi, rigettato.
Non si sono fatte attendere le critiche da parte della Chiesa e del mondo politico.
"Avvenire", quotidiano di riferimento della Cei, l'ha definita "Sentenza pericolosa", affermando che la Cassazione, non apre di certo le porte alle adozioni di coppie gay, ma ha affidato il minore alla madre per "male minore" , ritenendo il padre una persona violenta.
La Santa Sede ha dichiarato che "I bambini non sono merce", le parole più dure sono state spese da Don Mazzi: "La Corte Suprema va contro natura, perchè è la natura stessa che richiede che un bambino viva con un padre e una madre".
Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, pronunciatosi anch'esso sulla vicenda, ha parlato di sentenza pericolosa, che si pone contro i principi della Costituzione italiana, la quale non permetterebbe tale tipo di adozioni, e non rispetterebbe le priorità psicologiche del minore, non tenendo conto dei traumi riportati da un bambino che cresce in una famiglia omosessuale.
Non sono mancati neppure i pareri favorevoli.
L'associazione Arcigay l'ha definita "sentenza storica".
L'associazione Arcigay l'ha definita "sentenza storica".
Paola Concia deputata del Pd, ha affermato che questo a dimostrazione che non ci sono certezze scientifiche a questi preconcetti, e che studi oltreoceano dimostrano la non presenza di traumi psicologici dei bambini cresciuti in famiglie omosessuali.
Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell'assemblea nazionale del Pd, ha sottolineato la presenza di un ricco corredo di pronunce di diversi tribunali e giudici a favore del riconoscimento dei diritti civili, includendo, oltre alla tutela dei diritti delle coppie, anche quella non meno importante dei bambini che in famiglie omogenitoriali, vivono e formano i propri punti di riferimento e la propria affettività.
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